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2010 - Inaugurazione targa dedicata a Domenico Pertica - 2010

pubblicato il 18/06/2010

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Domenica 13 giugno 2010, nel decennale della morte, Palombara ha reso omaggio a Domenico Pertica con l'inaugurazione di una targa.

Il 13 giugno, in via del Plebiscito a Palombara Sabina, è stata inaugurata una targa in memoria di Domenico Pertica.

Domenico Pertica (all’anagrafe anche Angel Franco) è nato in questa casa, in quello che era allora il civico 73 di Via del Plebiscito, alle ore 22,00 del 30 gennaio 1921, da Marco Tullio Pertica - maestro elementare - e Laura Mattei.

In giovane età si trasferisce a Roma, dove è sempre vissuto e dove ha esercitato la professione di giornalista professionista, di pittore, ma anche di scrittore e poeta e dove, con il passar degli anni, si è permeato di quella “ romanità ” che lo ha portato ad essere uno dei più illustri figli nella Roma del secolo appena trascorso.

Questa “romanità” vissuta intensamente ed in modo appassionato si può riconoscere in moltissime sue opere , tra cui:

La Contessa di Roma, Le voci dell'Isola, Villa Borghese, Storia dei Rioni di Roma, Fatti e fattacci della Roma Umbertina, Roma delle Meraviglie.
Sono opere, queste, che mettono in risalto la professionalità di Domenico Pertica, lo “storico di Roma”, come lui amava definirsi , ma sono anche la dimostrazione di quanta ricerca e quanta fatica egli abbia dedicato allo studio della sua amata Roma.


Domenico Pertica è anche pittore, eccellente pittore, e in tale veste lo ritroviamo con le "sue personali" in esposizione a Roma: a Palazzo Valentini ed al Palazzo delle Esposizioni, e non solo, ma anche in altre città d’Italia ed europee, spagnole in particolare.

Federico Fellini, al quale Domenico Pertica era unito da un profondo vincolo di amicizia, lo vuole come attore nei suoi films: Amarcord , Ginger e Fred e "E la nave va...", ed ecco che scopriamo - Momo - interpretare piccole parti in ruoli di particolare caratterizzazione. Ma anche, nel 1988, con il regista Giacomo Battiato nel film Stradivari.
(In questi due ultimi film rispettivamente nel ruolo di un pastore luterano, e dello zio di Francesca, che è la principale protagonista femminile).

Come giornalista, Domenico Pertica ha scritto per importanti quotidiani e riviste nazionali, tra cui: Il Messaggero, Repubblica e riviste varie.
In questa veste, memorabili sono state le sue battaglie in difesa delle bellezze artistiche di Roma e per la salvaguardia delle Tradizioni Popolari Romane, al fine di preservarne il vero umore e sapore, tanto da guadagnarsi, per questo suo impegno, l’appellativo di "Frusta di Roma", ma anche di "Cocteau di Testaccio".

Il riferimento a questo quartiere simbolo, “core de’ Roma” non è casuale. E’ il suo quartiere, dove ha sempre abitato. Un  "testaccino” vero, e tanto innamorato da fondarvi, nel 1967, la prima "Associazione di Rione" e dove, nel 2003, l’Amministrazione Capitolina, gli ha dedicato il giardino.

Domenico Pertica è stato anche il primo conduttore televisivo delle allora nascenti piccole reti romane. Fin dal 1973 lo vediamo condurre programmi come: la "Voce del Campidoglio”, "Caffè letterario", "Occhio al personaggio", "Quo vadis Roma?".

Non va dimenticato che Domenico Pertica, insieme ad Aldo Palazzeschi e Vittorio De Sica, è stato l’ideatore del "Premio Simpatia". Una manifestazione, questa, ormai ultratrentennale che annualmente si svolge in Campidoglio, assurta ad importante Istituzione della città di Roma che vede premiare personaggi noti, ma anche sconosciuti distintisi con opere degne di plauso e di simpatia.

La Simpatia. Per Domenico Pertica, la simpatia, era il tratto fondamentale di una straordinaria capacità comunicativa, mossa da inesauribile curiosità e da profonda cultura alle quali univa l’amore per l’arte ma anche l’impegno civile. Anche in questo campo così difficile lo vediamo coinvolto quale promotore di iniziative per il recupero sociale di ragazzi disagiati.

Fin qui si è detto di Domenico Pertica romano, ma dov’è il Domenico Pertica palombarese, sabino? Sarà lui stesso a svelarcelo con un articolo scritto tanti anni fa per un importante quotidiano nazionale: una delicata ed appassionata lettera d’amore per la sua Palombara, velata solo da un pizzico di malinconia che traspare, sottoforma di sottile e garbato appello, per le sorti del Castello. L’appello fortunatamente, nel corso degli anni, è stato ascoltato e raccolto; oggi se ne assaporano i frutti.

Più che un articolo è un breve saggio, dal titolo accattivante ed ironico, come nel suo stile, per attirare l’attenzione e la curiosità del lettore meno attento: “ Ida la bella e Peppa di legno, sabine scomparse che nessuno rapì ”

Sono i ricordi di un bambino vivace e intellettualmente precoce che vengono ripercorsi con dolcezza ed eleganza, raccontati con un sapiente intercalare di concetti brevi e concisi, all’apparenza diversi l’uno dall’altro, ma che delineano un insieme brioso ed armonico, dove sono alternati personaggi caratteristici del tempo che fu alle notizie storiche; piccoli quadretti di quotidiana vita paesana all’esaltazione delle bellezze naturali; monumenti storici al ricordo della “stupenda” compaesana, “la bella Palombella”, della quale si innamorò il famoso scultore francese dell’800, J.B. Carpeaux.

Suggestivo è il passo dove con sintetici riferimenti a certi luoghi “romani" - con il termine romani scritto volutamente tra virgolette - rivendica tutta intera la sua romanità, la più autentica e la più vera. Come dire: sì, io sono romano perché sono sabino. Riferimenti buttati lì quasi per caso, ma non è così. Da storico e studioso attento, egli sa bene che le fortune di Roma si sono fuse con il popolo sabino; che Tito Tazio, re sabino di Cures, non venne casualmente a Roma con i suoi pastori ma penetrò nelle sue mura, con scaltrezza e con la forza delle armi; che Quirinale, il colle dove i sabini si sarebbero stanziati, deriva da Quirinus, il dio sabino per eccellenza, e che da ”Quirites” deriva Quiriti, che è il nome alternativo a “Romani”.

Per una felice coincidenza, proprio questa sera, il Castello Savelli ospiterà la serata finale del 25° Festival delle Cerase, dove importanti personalità del cinema: registi, attori, sceneggiatori, saranno presenti per ritirare i premi che una giuria popolare palombarese ha loro assegnati, dopo aver visionato i loro film, durante l’arco di parecchi mesi, al Cinema Nuovo Teatro di Palombara. Un festival ideato, tenacemente difeso e custodito da Silvio Luttazi. Certamente Domenico, dall’alto osserverà, orgoglioso e felice, ricordando la sua partecipazione al 1° Festival, nel lontano 1986, dove fu premiato con la consegna della targa di socio onorario del Festival.

Il Sindaco Paolo Della Rocca con l’Amministrazione comunale tutta di Palombara Sabina, ha voluto ricordare ed onorare Domenico Pertica, questo concittadino illustre, nel decennale della sua morte, dedicandogli un’epigrafe che ne esalta le qualità artistiche e la personalità, perpetuandone la memoria.

"Palommmara tonna tonna chi va via presto ritorna". E’ con questo antico detto palombarese che ha inizio uno dei paragrafi dell’ articolo ricordato, e oggi Domenico, più presente che mai, è tornato nella sua Sabina, nella sua Palombara, nella sua casa natia.

Palombara Sabina 13 giugno 2010
di Angelo Gomelino

NdA: Il titolo corretto doveva essere "IDA DI LEGNO E PEPPA LA BELLA". Nella tradizione palombarese, fino agli anni sessanta le due signore  venivano ricordate in questo modo. Domenico Pertica involontariamente ha scambiato i soprannomi. Anch
e questo ricordo tra i giovani è scomparso. Un'ottima occasione  per rinverdire il ricordo.

 
Clicca qui per scaricare l'articolo "Ida la bella e Peppa di legno, sabine scomparse che nessuno rapì"

 


"Se n'è andato l'ultimo grande romanista, l'amico di Fellini e De Sica, di Carlo Giulio Argan, Antonello Trombadori, Livio Jannattoni e Moravia."

Era il 17 luglio del 2000 e cosi La Repubblica ricordava Domenico Pertica, scomparso il giorno prima, ironia della sorte proprio mentre sul quotidiano appariva il suo ultimo articolo. Solo pochi giorni prima infatti "Momo" Pertica era stato costretto al ricovero per un male incurabile che aveva scoperto da pochi mesi.

Pochi lo sanno ma Pertica era originario di Palombara, e proprio nel nostro centro storico aveva visto la luce.

Alla sua memoria, a 10 anni dalla scomparsa, l'amministrazione comunale ha ritenuto oppurtuno rendere omaggio inaugurando una targa proprio in quel luogo. Presenti la moglie Francesca, le figlie Laura ed Emanuela, i nipoti Marco Tullio e Francesca.

Alla cerimonia, mentre erano diretti alla premiazione del "Festival delle Cerase", noto evento cinematografico della zona, hanno assistito anche alcuni personaggi del mondo dello spettacolo (le attrici Margherita Buy, Vittoria Puccini e il regista Alessandro D'Alatri).

Clicca qui per leggere l'editoriale di Repubblica pubblicato il giorno dopo la scomparsa

Clicca qui per leggere l'ultimo articolo scritto da Domenico Pertica



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